La situazione in Honduras ha suscitato una forte dinamica, dovuta al ritorno del presidente costituzionale del paese, Manuel Zelaya, espulso dal potere e inviato a forza all’estero, lo scorso 28 giugno.
L’Assemblea della ONU, dopo quell’azione, aveva approvato una risoluzione di condanna per il colpo di Stato, esigendo la restituzione del potere al legittimo presidente e al suo governo.
Ora la crisi ha assunto nuove dimensioni con forti connotazioni internazionali, dato che Zelaya è ospite dell’ambasciata del Brasile, nella capitale Tegucigalpa e le forze militari, con la polizia assediano e minacciano la sede diplomatica.
Il problema è presente anche nei corridoi della ONU, e si sono sentite severe dichiarazioni dei presidenti Cristina Fernández ed Evo Morales, di Argentina e Bolivia, rispettivamente, e del ministro degli esteri cubano, Bruno Rodríguez, contro i golpisti honduregni.
Nella sede della ONU sono in atto i lavori dell’Assemblea e sono state già emesse dichiarazioni a favore del ritorno di Zelaya alla presidenza e per esigere che si rispetti la vita del presidente costituzionale dell’Honduras.
È presente anche , Patricia Rodas, ministra degli Esteri di Zelaya, che ha chiesto ai igoverni degli altri paesi di rimandare i loro ambasciatori a Tegucigalpa, dato che tutti sono stati ritirati per protestare contro il colpo di Stato.
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